Biancospino

Informazioni

Nome scientifico: crataegus monogyna
Nome comune: biancospino
Origine: cresce ovunque

Tronco
I rami sono molto spinosi, prima bruno-rossicci e lisci poi grigi

 

Frutti
I frutti sono ovali, rossi a maturazione, delle dimensioni di circa 1 cm e con un nocciolo che contiene il seme. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra settembre e ot-tobre. I frutti del biancospino sono edibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, perché piccoli e con un grosso nocciolo, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi. I frutti sono de-corativi perché rimangono al lungo sull’arbusto, anche durante tutto l’inverno.

 

Fiori
I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o 6 millimetri. i fiori compaiono nel mese di maggio.

 

Foglie
Le foglie sono lunghe 2-6 centimetri, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L’apice dei lobi è dentellato. La fioritura si ha nel mese di aprile.

 

Chioma

 

Portamento
Il biancospino è una caducifoglia e latifoglia, l’arbusto può raggiungere altezze comprese tra i 50 cen-timetri ed i 6 metri. Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta, di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi. Sono i rametti spinosi (brocche) che in pri-mavera si rivestono di gemme e fiori. Questa specie è longeva e può diventare pluricentenaria, ma con crescita lenta.

 

Note caratteristiche
I frutti vengono impiegati a scopo alimentare; le foglie ed i fiori sono utilizzate a scopo medicinale per le loro proprietà antispasmodiche, cardioattive ed ipotensive.
Specie simile ma meno frequente è il Crataegus laevigata Poir. e l’Azzeruolo (C. azarolus L.).
Altra specie è il Crataegus lavallei (Biancospino di Lavalle), originario della Francia (ibrido tra il C. crus-gallo e il C. mexicana) con frutti un po’ più grandi

 

Distribuzione e habitat
Si trova in Europa, Nordafrica, Asia occidentale e America settentrionale. Il suo habitat naturale è rap-presentato dalle aree di boscaglia e tra i cespugli, in terreni prevalentemente calcarei. Vegeta a quote comprese tra 0 e 1.500 metri.

 

Usi
  • il biancospino è una pianta mellifera e viene bottinata dalle api ma solo raramente se ne può ricava-re un miele monoflorale, perché di solito si trova in minoranza rispetto alle altre piante del territorio.
  • Il legno, denso e pesante, è un apprezzato combustibile.
  • Un tempo, in diverse regioni italiane, veniva utilizzato come essenza costituente delle siepi interpoderali, cioè per delimitare i confini degli appezzamenti. In ragione delle spine e del fitto intreccio dei rami la siepe di biancospino costituiva una barriera pressoché impenetrabile. At-tualmente l’esigenza di non rendere difficoltosa la circolazione dei mezzi agricoli meccanici ha de-terminato la quasi totale scomparsa delle siepi di biancospino con questa funzione.
  • Testimonianze sull’uso medicinale del biancospino si trovano già in Teofrasto, Dioscoride e poi in età volgare nel Mattioli. L’uso principale è di antispasmodico e sedativo, particolarmente nei casi di disturbi cardiaci e di origine nervosa. Alcuni autori gli riconoscono anche utilizzo di ricostituente e antidiarroico.
    I principi attivi contenuti nella pianta sono:
    • flavonoidi tra cui l’iperoside e la vitexina;
    • composti triterpenici tra i quali l’acido ursolico;
    • ammine e steroli;
    • tannino e derivati purinici.
  • Ha un’azione coronariadilatatrice, vasodilatatrice dei vasi sanguigni addominali e coronarici, azione ino-tropa positiva, risparmio del consumo di ossigeno da parte del muscolo cardiaco, modulazione della concentrazione intracellulare di calcio, sedativa sul sistema nervoso centrale, diminuzione della fre-quenza cardiaca.
  • È indicato nei casi di angina pectoris, nelle nevrosi cardiache, negli stati di ipereccitabilità con aritmie e nell’ipertensione arteriosa.
  • È utilizzato anche come ansiolitico e nel trattamento dei casi di insonnia. Il biancospino è un’erba medi-cinale e un’erbaofficinale.

 

Poesia e cultura
Sono i fiori e i rametti che hanno ispirato Giovanni Pascoli nella poesia Valentino del 1903 (“come le brocche del biancospino”). Usato anche da Guglielmo d’Aquitania in “come il ramo del biancospino”.

 

Restrizioni
In alcune regioni del nord Italia, è stata vietata la commercializzazione e messa a dimora di nuove pian-te di Biancospino, poiché è ritenuto un vettore di diffusione del batterio Erwinia amylovora, che è re-sponsabile di una malattia che colpisce soprattutto i frutteti conosciuta col nome di “Colpo di fuoco bat-terico”.

 

Presentazione

 

Modello CAD e stampa 3D

Galleria fotografica

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